La richiesta d'aiuto



Riconoscere di avere bisogno di aiuto è una presa di consapevolezza importante per poter iniziare a prendersi cura di sé in favore del proprio benessere.
La decisione di rivolgersi ad un professionista è molte volte difficile, anche per il rilevante impatto emotivo che richiede il mettersi in gioco.
È fondamentale, affinché il percorso sia efficace, che la persona prenda tale decisione rispettando i propri tempi.


«Ieri all’improvviso mentre ero al bar ho cominciato a sentirmi male: mi è aumentato il battito cardiaco, mi mancava l’aria e ho iniziato a sudare. Mi sono spaventato e ho cominciato a pensare che non potevo controllare ciò che mi stava succedendo e che potevo anche morire. Non voglio più vivere un’esperienza come questa!»

«Sono preoccupata per mia figlia. Quando rientra a casa da scuola si mette a fare i compiti e sembra essere sempre insoddisfatta della sua scrittura: perde ore a scrivere, cancellare e riscrivere finché non le sembra di aver raggiunto un tratto soddisfacente e per questo motivo molte volte non riesce a finire i compiti. Lei si arrabbia ed io la voglio aiutare.»

«Sono arrivato ad un punto della mia vita in cui faccio un bilancio e mi dico: cosa ho fatto fino ad ora? Mi sono dedicato al lavoro con impegno, spesso trascurando le amicizie e mettendo in secondo piano gli interessi personali. Da ragazzo immaginavo che a 40 anni avrei avuto una moglie e dei figli, un lavoro affermato e tanto tempo libero per viaggiare e andare a pesca la domenica. Sento di non aver raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato, sono deluso dalla vita e dalle mie scelte e mi ritrovo a pensare a come accettare di non essere potuto diventare quello che avrei voluto.»

«Mio figlio ha 13 anni. Non ha ben chiare le idee rispetto a quale scuola frequentare il prossimo anno. A suo padre piacerebbe che facesse il liceo classico, io non ho un’idea precisa, vorrei solo che mio figlio fosse contento della sua scelta, ma anche lui non sa dirmi cosa vuole..»

«Passo le mie giornate a casa in solitudine, non ho interessi particolari, anzi tutto mi scoccia.. non mi va nemmeno di mangiare! Non ce la faccio ad affrontare questa situazione, non ho le capacità, ma non posso più continuare così!»

«Io e mio marito ci siamo sposati due anni fa e abbiamo subito avuto una bambina. Da allora la nostra vita è cambiata moltissimo: la piccola richiede molto tempo e molte attenzioni e mio marito si lamenta del fatto che non ho tempo da dedicare a lui come all’inizio del nostro matrimonio. Mi accusa di stare troppo con lei, di viziarla troppo, di non riuscire a dirle di no quando mi chiede qualcosa, ed è vero: non riesco a mantenere le regole che abbiamo concordato, soprattutto quando piange o mi guarda con quegli occhioni teneri.. Quando la guardo ripenso alla mia mamma, alla sua incapacità di trasmettere affetto, allo sguardo severo, alle punizioni e allora mi tengo stretta mia figlia e non voglio che lei soffra, ma questo è diventato un problema..»

«Nelle riunioni di lavoro mi agito e sono in ansia solo all’idea di essere interpellato, per cui di solito do ragione agli altri piuttosto che esporre la mia idea. A volte sono così spaventato che mi do malato.. Mi rendo conto che così mi limito molto e voglio reagire.»