AIUTAMI A SEPARARCI



Durante il suo percorso vitale la coppia incontra, sempre più costantemente e più facilmente che in passato, momenti in cui si rivela necessario per i due membri rivedere, più o meno esplicitamente, il patto di coppia a suo tempo stabilito. Talvolta non è più possibile superare le crisi trasformando il legame in virtù dei nuovi bisogni sopraggiunti nei suoi individui e nella relazione, e si arriva alla decisione di separarsi.
Sono diversi e molteplici i fattori che possono incidere su tale insanabile instabilità. Parliamo in tal senso delle alte aspettative che ognuno rinnova e ripone nell'altro, il quale spesso 'deve' riparare a mancanze affettive legate alla propria esperienza relazionale nella famiglia di origine o in precedenti legami sentimentali. Ecco che allora diventa evidente, in maniera più o meno consapevole, quanto l'altro non possa o non sia in grado di soddisfare dei bisogni antichi, nonostante sia stato il partner che abbiamo scelto, nonostante abbiamo riposto in quella persona le speranze antiche che qualcuno possa quietare il mare mosso delle nostre emozioni contrastanti. Parliamo altresì della ricerca del benessere esclusivo personale e della poca disponibilità al compromesso dell'evitamento forzato dei conflitti, che vengono considerati come nocivi a fronte della possibilità di confrontarsi e crescere a partire da posizioni differenti.
Nonostante la sempre più frequente possibilità, dal punto di vista legislativo, di rompere il legame formale, la separazione rappresenta un evento critico che implica una notevole sofferenza, legata ad un forte sentimento di perdita. Si tratta della perdita di un riferimento affettivo che per un periodo più o meno lungo della vita ha rappresentato la certezza, la solidità, l'equilibrio. È la sensazione della frattura insanabile della memoria, che custodisce i ricordi più belli e quelli meno piacevoli del patrimonio condiviso... è una lacerazione alle radici, come quando due gerani sono cresciuti in uno stesso vaso da sempre e hanno assorbito la stessa acqua e lo stesso nutrimento. È talvolta la regressione ad una condizione di dipendenza, per chi deve tornare a bussare alla porta della propria casa di origine. È la perdita delle abitudini consolidate, del ruolo che ognuno ha assunto per l'altro e nella vita familiare.
Se da un lato la separazione e il divorzio rappresentano la possibilità di 'ricominciare' e aprono alla speranza di superamento della crisi, dall'altra comportano un rischio di fuga e di crollo psichico.
Il compito fondamentale, cui sono chiamati i coniugi nella separazione, è quello di realizzare un 'divorzio psichico' che implica l'elaborazione e la comprensione del fallimento del legame. È la presa di consapevolezza, spesso attraverso l'aiuto di un professionista esperto in una terapia di coppia, di aver attuato modalità probabilmente poco efficaci di gestione del conflitto coniugale. Alcuni coniugi preferiscono evitare il confronto diretto, collaborando all'affossamento delle differenze reciproche e precludendosi la possibilità di crescere e sviluppare la propria relazione e la propria persona. Alcune coppie sembrano così abili nel mantenere modalità di evitamento, senza che sorgano problemi quotidiani. Tale modalità non impedisce di vivere relazioni soggettivamente soddisfacenti per i due partner spesso però si tratta di relazioni poco coinvolgenti dal punto di vista affettivo. In altre coppie il conflitto assume modalità distruttive, in cui si vivono attacchi all'identità personale, toccando aree di particolare vulnerabilità nel tentativo di sopraffare il partner.
Nei casi sopra esposti siamo in presenza di una difficoltà a trattare il conflitto. Ma è proprio tale competenza che si rivela necessaria per gestire un passaggio così complesso e doloroso come la separazione.
È utile, a tal fine, individuare e mantenere tra i coniugi un equilibrio di distanze che non ecceda nell'attaccamento confusivo, ambiguo o nell'esasperato conflitto. È un compito arduo, che richiede paradossalmente, laddove sia chiara per entrambi la direzione intrapresa, una collaborazione verso l'obiettivo condiviso: scindere il legame coniugale.
Soprattutto in presenza dei figli, riuscire a separarsi come marito e moglie e continuare ad essere padre e madre, “salvando” la genitorialità, è un compito molto impegnativo, talvolta assolto a prezzo di grandi difficoltà e sofferenze, in altre circostanze non assolto per nulla, a causa di un eccessivo coinvolgimento degli ex coniugi in aspetti di conflitto mal gestiti o irrisolti e che vanno inevitabilmente ad intaccare la funzione genitoriale. Quante volte, ad esempio, i figli vengono utilizzati come messaggeri per evitare di parlare direttamente con l'ex partner! Quante volte ai figli viene implicitamente chiesto di schierarsi a favore o contro! Quante altre volte ai figli viene impedito di frequentare la famiglia di origine dell'altro, troncando di netto una stirpe e di fatto impedendo alla prole di costruire una sana identità individuale e relazionale.
Il genitore affidatario avrà quindi un ruolo cruciale nel favorire (ma anche nell'ostacolare) l'accesso all'altro genitore e alla storia della sua stirpe.
Molte coppie incontrano notevoli difficoltà a separarsi in quanto non possono sostenere l'idea di potersi dividere. La paura si traduce il più delle volte in conflitti distruttivi o in una guerra aperta in tribunale, nella quale i figli sono solitamente le principali vittime guerra che sembra si voglia prolungare piuttosto che concludere... e che ha lo scopo implicito di mantenere vivo il legame, attraverso il rancore, il risentimento, il desiderio di vendetta in quanto è tormentoso pensarsi divisi. Si tratta quindi di un divorzio interminabile, in cui i coniugi sono assorbiti dai loro bisogni e dal proprio dolore e fanno fatica a vedere quelli dei loro figli.
Solo se ciascuno dei partner giunge ad accettare la propria responsabilità nell'aver contribuito al fallimento del matrimonio, la crisi potrà essere affrontata e superata. Ognuno potrà imparare a gestire il proprio dolore, svincolandosi dall'attacco all'altro (che ha rappresentato paradossalmente il respiro della sopravvivenza all'interno della relazione) e affrontare le emozioni e il senso di colpa che ne derivano. La comunicazione efficace e la gestione dei conflitti sono elementi che possono limitare le conseguenze negative. A tal fine, i genitori che impareranno a cooperare e a mantenere un rispetto dell'altro contribuiranno a conservare e a far crescere nei figli quegli aspetti buoni di cui i figli si potranno appropriare attraverso il loro modello diversamente sarà difficile salvare e mantenere vivi nella memoria relazionale quegli aspetti che hanno a che fare con l'essere donna o uomo capaci di rispettare e degni di rispetto, l'essere compagno di vita, saper costruire e nel momento in cui qualcosa si deve chiudere, saper valorizzare ciò che di buono c'è stato e non distruggere. Salvare per chi verrà dopo.